Pokemon Go: la nuova "psicosi"?
Pokémon Go è un gioco che utilizza la realtà aumentata e la tecnologia GPS, per trovare questi ‘’esseri’’ virtuali nella vita reale delle persone. Qui ci troviamo di fronte ad un primo paradosso: devo trovare qualcosa di non reale nella realtà. Questi ragazzi che cercano ossessivamente la ricompensa, aumentano esponenzialmente i livelli di stress ed ansia, e quando questi livelli sono per molto tempo troppo elevati la salute ne risente disregolando anche l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. In risposta ad uno stimolo stressogeno l’attivazione ipotalamica fa secernere CHR (ormone di rilascio della corticotropina) e la AVP (arginina-vasopressina) attivando nel locus coeruleus il rilascio di noradrenalina. Mentre le catecolamine vengono liberate si attiva a cascata anche la produzione di cortisolo. L’attivazione del sistema simpatico in risposta allo stress aumenta la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria, la pressione arteriosa e lo stato di vigilanza. Questo sistema è sicuro e funzionale per l’individuo nel breve periodo ma è deleterio nel lungo periodo. Stimoli stressogeni persistenti sono in grado di alterare il sistema immunitario, indebolendolo, producendo e aumentando la citotossicità delle cellule Natural Killer. Aumentando la vulnerabilità dell’individuo alla sviluppo di malattia. Negli ultimi decenni la letteratura e quindi numeri studi, dimostrano la stretta correlazione tra i sistemi fisiologici implicati nella risposta allo stress e l’azione di soppressione del sistema immunitario a causa delle catecolamine e dei corticosteroidi. Un’attivazione prolungata dell’asse dello stress (HPA) è legata alla degenerazione neuronale, ad atrofia neuronale ed a morte cellulare.
Paradossalmente, dal mio punto di vista questo gioco isola nella massa. Mentre si gioca, anche se in mezzo ad una folla si è soli, l’attenzione è sullo schermo, gli stimoli esterni non hanno valore, l’unico obiettivo è la gratificazione per la cattura di un ‘’pokemon’’. Forse non ci siamo resi conto della gravità della situazione, dove i genitori sono contenti che i figli crescano inseguendo qualcosa di non reale nella realtà. Sovrappongo questo mio pensiero alla coazione a ripetere del drogato dove anche quest’ultimo cerca un’autoterapia (non reale) nella realtà. E’ forte paragonare un adolescente ad un drogato ma le dinamiche psichiche sono simili, negandolo saremmo solo ipocriti.