Perché ci sorprende che la psicoterapia abbia dei lati negativi?
Oliver Burkeman, The Guardian, Regno Unito
“Se vuoi essere felice, fatti aiutare” è lo slogan di una nuova generazione di servizi di assistenza psicologica online che funzionano tramite sms, telefono e videochat. Peccato che, a quanto sembra, la felicità non sia l’unico risultato garantito dalla terapia.
Marie-Luise Schermuly-Haupt, Michael Linden e A. John Rush di recente hanno pubblicato uno studio, che ho trovato grazie all’ottimo blog Research Digest, e calcolano che, almeno per quanto riguarda la terapia cognitivo-comportamentale, il 43 per cento dei pazienti lamenta una serie di effetti collaterali indesiderati come angoscia, peggioramento dei sintomi o maggiori tensioni in famiglia. “Quindi la psicoterapia non è innocua”, concludono.
Questo tipo di ricerche è utile, ma la conclusione che ne traggono mette in risalto una convinzione diffusa, che a pensarci bene sembra davvero strana: perché mai qualcuno dovrebbe supporre che la psicoterapia sia innocua?
Questo mi ricorda la sorpresa di molti quando i mezzi d’informazione rivelano che anche la meditazione, un altro modo apparentemente garantito per essere felici, presenta dei rischi. Chi è all’inizio, soprattutto se ha subìto un trauma, a volte lamenta una sorta di “inondazione” emotiva: quando comincia a guardarsi dentro, e segue l’indicazione di concentrarsi sulle emozioni senza giudicarle, è soffocato da pensieri e sensazioni che fino a quel momento era riuscito a tenere sotto controllo (forse la rimozione non è il modo più sano per superare un trauma, ma può essere un sistema pratico per arrivare alla fine della giornata).
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