I volti della disoccupazione nelle foto di Simona Hassan. "Parlo di noi, gli affamati del nostro tempo a cui tutto viene negato"

06.03.2015 13:47

C’è chi ancora chiede la paghetta ai genitori e chi vive, a trent’anni, nella propria“cameretta”; chi non lavora da tempo e chi si accontenta di lavoretti, nel migliore dei casi, sottopagati; chi si organizza il futuro all’estero e chi è già partito; chi abbandona gli studi e chi fa i salti mortali per pagare un affitto. È questo l’esercito silenzioso di milioni di giovani disoccupati che vivono nella crisi. Con un tasso di disoccupazione record, oltre il 42% (non si sfioravano queste cifre dal 1977), il nostro Paese è al collasso.
Ma chi sono i giovani disoccupati? Per molti sono solo numeri, scomode percentuali che non fanno quadrare i conti. Ma dietro queste cifre ci sono plurilaureati e figure altamente professionali che faticano ogni giorno a delineare una propria univoca identità.

Sono questi i soggetti scelti dall'obiettivo della giovane fotografa Simona Hassan che ha intrapreso un viaggio in 17 città italiane per raccontare attraverso il ritratto, la precarietà esistenziale del terzo millennio.

«Parlo di noi, gli affamati del nostro tempo a cui tutto viene negato. Parlo dei giovani sognatori che questo bel paese dovrebbero costruirlo, ma a cui hanno sottratto gli strumenti per farlo. Parlo dei disoccupati. Ma parlo anche dei compromessi e delle ingiustizie a cui si sono dovuti abbassare quelli che un impiego ce l’hanno, se così si può dire. Parlo di chi ha cercato di reagire reinventandosi, mettendosi in gioco, cercando di creare qualcosa. Parlo di tutto ciò che non viene mai detto», spiega Hassan.
(Dis)occupazione giovanile – Italians do it better (in mostra fino al 26 marzo nell’associazione romana WSP) è un insieme di racconti individuali che si trasformano in un discorso corale. Così la fotografa bolognese è entrata nei luoghi intimi, nelle stanze d’infanzia, che contengono tracce di un passato troppo presente, e che diventano testimoni della non indipendenza economica dai genitori.

Attraverso una campagna di crowdfunding la fotografa bolognese ha iniziato il suo viaggio, collezionando le storie più diverse da nord a sud. Diverse ma straordinariamente simili. Perché la mancanza di lavoro non è solo una questione economica ma riguarda anche la sfera psicologica: «I giovani sono costretti a rivedersi, a ricostruire l’immagine di sé e del proprio futuro nebuloso, lontano, a reinventarsi, a darsi un nuova identità, diversa da quella che si erano figurati. E allora ci si ricicla, si cercano strade a cui un tempo non si avrebbe mai pensato, si accettano compromessi dolorosi e si tentano percorsi nuovi, che spengono progressivamente le proprie e vere aspirazioni», racconta Hassan- «Lo smarrimento derivato dall’impossibilità concreta di arrivare a qualcosa di spendibile in termini del proprio futuro blocca il pensiero, il flusso di desideri e ambizioni che deve essere garantito ad ogni persona di qualsiasi età. Si perde la speranza perché si è privati di molto altro, della possibilità di sognare».

https://www.huffingtonpost.it/2015/03/04/simona-hassan-fotografa-disoccupazione-giovanile_n_6798656.html?ref=fbpr